NATALE NON E’ MITO …. LEGGENDA MA DIO VIVENTE COME NOI – FRA NOI

NATALE NON E’ MITO …. LEGGENDA MA DIO VIVENTE COME NOI – FRA NOI

Nella notte …..una grande luce, vogliamo portare ogni giorno un pensiero di speranza  agli amici.

 

Vieni , Bambino Gesù

Avevo incontrato padre Roberto in un centro di raccolta per i rifugiati ungheresi e, su mia richiesta, mi aveva concesso un colloquio. Testimonio dell’insurrezione, uno degli ultimi scampati, portava ancora sul suo corpo, provato dalle privazioni e dall’insonnia, le tracce visibili della spaventosa prova.

Non avevo che da tacere ….. e ascoltare …..

Il fatto è accaduto in un paese di circa 1500 anime. L’insegnante della scuola comunale era un’atea militante: ogni suo insegnamento poggiava su questo cardine: che Dio non esiste. Essa approfittava di ogni occasione per denigrare, rendere ridicola dileggiare la nostra religione. Il suo programma scolastico era semplice: formare dei piccoli senza-Dio.

Frequentava la classe quarta A una ragazzina di 10 anni, che si chiamava Angela. Molto intelligente e dotata, era sempre la prima della classe. Le sue compagne non erano gelose perché possedeva una bontà incantevole ed era affettuosissima con tutte.

Dal mese di novembre le lezioni della quarta A si trasformarono in autentici duelli fra l’insegnante e la ragazzina di 10 anni. Apparentemente, la signorina trionfava e aveva sempre l’ultima parola. Non si capiva il perché della feroce insistenza dell’insegnante che si infuriava di fronte al silenzio di Angela. Atterrite, le sue compagne mi invitarono ad intervenire, ma se lo avessi fatto avrei certamente peggiorato la situazione. Grazie a Dio, Angela resisteva. Non restava che pregare con tutte le nostre forze.

Pochi giorni prima di Natale, il 17 dicembre, per essere esatti, la signorina Gertrude inventò un gioco crudele che, a suo giudizio, avrebbe dovuto dare il colpo di grazia alle superstizioni ancestrali che infestavano la scuola. La scena merita di essere riferita in tutta la sua ampiezza.

Naturalmente è Angela che viene presa di mira dalla maestra che, con una voce insolitamente dolce, la interroga:

  • Vediamo, mia cara, quando i tuoi genitori ti chiamano tu che cosa fai?
  • Vado da loro – risponde la bambina timidamente. – Tu li senti chiamare e vai subito da loro come deve fare una ragazza ubbidiente. E, dimmi adesso , quando i tuoi genitori chiamano lo spazzacamino, che cosa accade?
  • Anch’egli va dalla mamma – risponde Angela. Il suo piccolo cuore batte forte, intuisce la trappola ma non riesce a intravederla.

Intanto la signorina prosegue nel suo interrogatorio (I suoi occhi brillavano come quelli di un gatto che si diverte coi topi,- mi disse poi una delle piccole testimoni.- Aveva un aspetto cattivo).

  • Benissimo, mia cara, lo spazzacamino va dalla mamma perché egli esiste.

Seguì un attimo di silenzio.

  • Tu vai perché esisti. Ma supponiamo che i genitori chiamino tua nonna che è morta. Verrebbe, forse?
  • No, non credo.
  • E se chiamassero Barbablù, o Cappuccetto Rosso, o Pinocchio? Tu ami molto le favole. Ebbene, che cosa avverrebbe?
  • Nessuno risponderebbe perché si tratta di favole.

Angela alzò gli occhi limpidi, poi li abbassò subito.<<I suoi occhi mi facevano male>> mi dirà poi con ingenuità. Il dialogo continua.

  • Perfetto, perfetto – dice trionfante la maestra – si direbbe che oggi la tua intelligenza superi se stessa. Vede te, dunque, ragazze, che i viventi, cioè coloro che esistono, rispondono al richiamo. Invece chi non risponde non vive o ha cessato di esistere. E’ chiaro, no?
  • Sì – risponde in coro la classe.
  • Faremo adesso una piccola esperienza.

Rivolgendosi ancora ad Angela la maetra dice:

  • Esci un momento dall’aula. Dopo un attimo di esitazione, la bambina esce. La porta si chiude pesantemente.
  • Ed ora chiamiamola- dice l’insegnante alla scolaresca.
  • Angela, Angela! – gridano in coro divertiti, 30 bambini, proprio persuasi che si tratti solo di un gioco.

Angela rientra, rientra, sempre più stupita. La maestra guarda ed assapora il successo.

  • Siamo, dunque d’accordo? – chiede. – Quando voi chiamate qualcuno che esiste, egli viene; quando, invece, chiamate qualcuno che non esiste, non viene e non può venire. Angela è in carne ed ossa, vive, sente quando la chiamate e pertanto viene. Supponiamo ora che voi vogliate chiamare il Bambin Gesù. C’è ancora qualcuno tra voi che crede nel Bambino Gesù?

Un istante di affannoso silenzio, poi si sente qua e là qualche timida voce:

  • Si, si……..

E credi ancora che il bambino Gesù senta quando tu lo chiami? – dice la maestra rivolta ad Angela.

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